venerdì 12 agosto 2011

Riproduzione Geco Ciliatus


Riproduzione: 
 L’allevamento del ciliatus non presenta grosse difficoltà nemmeno in questa fase.
Occorre premettere che per nessuna ragione vanno tenuti due maschi assieme nello stesso terrario in nessun periodo dell’anno vista la spiccata territorialità che presentano, o si assisterà inevitabilmente a violente lotte che porteranno a ferite da morso ed autotomazione della coda da parte degli esemplari.
Si possono però tenere due o più esemplari di sesso femminile con un unico maschio senza grandi problemi, anche se mi è capitato di dover separare femmine che presentavano segni di aggressività nei confronti di altre femmine.
E’ bene aspettare che gli individui scelti per la riproduzione abbiano almeno un anno di vita, prestando attenzione che la femmina abbia raggiunto i 35g di peso corporeo.
Dopo aver tenuto separata la coppia durante il periodo di brumazione, a Marzo gli esemplari vanno uniti nello stesso terrario; dopo poco tempo iniziano gli accoppiamenti durante i quali il maschio sale sul dorso della femmina spesso mordendola in corrispondenza del collo. In questo periodo non è raro udire delle vocalizzazioni da parte dei due esemplari.

Una volta avvenuto l’accoppiamento, dopo tre o quattro settimane la femmina depone due uova (talvolta uno solo) di 2 cm circa, generalmente durante la notte; è importante quindi creare una zona nel terrario in cui l’animale possa deporre: utilizzo per lo scopo un contenitore per alimenti delle giuste dimensioni (quelli da me usati misurano 20cm x 20 cm x 15 cm H), riempito per ¾ dell’altezza con della torba umida con un foro sul coperchio in modo da permettere alla femmina di entrarci e di scavare per la deposizione.
Ovviamente se il terrario presenta un set-up naturalistico la femmina non necessariamente depone all’interno del contenitore fornito: per questo consiglio, se si intende tentare la riproduzione, di utilizzare solo carta assorbente come substrato nel terrario, in modo che il geco deponga istintivamente nel contenitore con la torba, facilitando le operazioni di ricerca e di recupero delle uova.


Si sente spesso dire che il ciliatus depone sulla carta assorbente se le uova non sono fertili: posso dire quasi con certezza che ciò non è vero, poiché sei delle otto uova deposte dalle mie femmine al di fuori del contenitore con la torba durante il 2005 sono giunte alla schiusa senza problemi; le due rimanenti purtroppo erano già state gravemente danneggiate dai gechi stessi prima che potessi prelevarle dal terrario.
I ciliatus se lasciati a coppie si riproducono tutto l’anno anche durante i mesi più freddi; il mio consiglio è di far deporre la femmina non più di 6-7 volte durante l’anno separandola dal maschio dopo l’ultima deposizione; le femmine di ciliatus smettono infatti di deporre in assenza di un maschio, a differenza di femmine di altre specie che depongono uova sebbene non sia avvenuto alcun accoppiamento.
Una volta divisi, gli esemplari vanno nutriti regolarmente per circa un mese dopo l’ultima deposizione in modo che possano recuperare le energie spese durante la stagione riproduttiva.
Così facendo saranno pronti ad affrontare la bruma durante i mesi freddi (normalmente da Novembre a Febbraio) senza rischi per la salute; in questo periodo gli animali potranno così “riposarsi” in vista della stagione successiva.
Terminata la fase di letargia verso Febbraio, in concomitanza con il rialzo delle temperature e con l’aumento delle ore di luce, vengono ripristinate le normali razioni di cibo; prima di riunire i riproduttori occorre aspettare circa un mese, in modo che abbiano tempo di recuperare l’eventuale peso perduto durante la brumazione.
Capita talvolta che la femmina abbia problemi durante la gestazione, e non riesca a deporre le uova: questa patologia prende il nome di distocia e può portare alla morte dell’animale. Inutile dire che le femmine che non riescono a deporre devono essere tempestivamente portate da un veterinario, che provvederà ad indurre farmacologicamente la deposizione o opererà il geco per estrarre le uova.
Incubazione delle uova: una volta avvenuta la deposizione, occorre per prima cosa preparare il contenitore che ospiterà le uova fino alla schiusa; io utilizzo delle scatolette trasparenti utilizzate solitamente nei supermercati per contenere i prodotti gastronomici: costano poco all’ingrosso, possono essere sigillate e consentono il regolare controllo delle uova senza dover essere aperti ogni volta.
Le vaschette vanno forate con uno spillo per garantire un minimo di circolazione dell’aria; alcuni allevatori non praticano i fori e si limitano ad aprire settimanalmente la vaschetta per il ricambio d’aria.
È ovviamente necessario inserire nel contenitore un sub-strato su cui appoggiare le uova stesse: i materiali più utilizzati allo scopo sono vermiculite, perlite, torba o vermiculite e perlite miscelati; personalmente trovo che la vermiculite sia perfetta per ottenere la schiusa.
Il sub-strato deve essere tenuto sempre umido: occorre quindi aggiungere dell’acqua prima dell’inserimento delle uova, secondo il rapporto di 1(peso del sub-strato):1(peso dell’acqua) nel caso si utilizzino vermiculite o torba, oppure di 2:1 se si utilizza perlite.
Preparata la scatola per l’incubazione le uova possono essere prelevate delicatamente dal sito di deposizione: nel fare ciò bisogna prestare attenzione a non capovolgerle o ruotarle, o gli embrioni contenuti in esse potrebbero morire; prese con cautela, le uova devono essere trasferite sul sub-strato nella vaschetta, chiudendola poi con il relativo coperchio.
Ovviamente il sub-strato tende a disidratarsi col tempo, specialmente se la scatoletta è stata forata; occorre quindi inumidirlo regolarmente a seconda delle necessità, prestando attenzione a non bagnare direttamente le uova che potrebbero danneggiarsi.
Un metodo meno empirico consiste nel pesare il contenitore appena sigillato registrandone il peso totale iniziale; la scatoletta deve essere poi frequentemente controllata e pesata per calcolarne le eventuali variazioni di peso, che indicano la quantità di acqua evaporata e che deve quindi essere aggiunta.
La vaschetta contenente le uova deve essere poi sistemata in un’incubatrice che mantenga la temperatura ottimale che va dai 22°C ai 27°C. Le uova aumentano di volume in modo sensibile soprattutto dopo il primo mese di incubazione ed impiegano mediamente tra i 70 e i 100 giorni a schiudere a seconda della temperatura di incubazione.




A differenza di altre specie, sembra che nel ciliatus il sesso dei nascituri non sia legato alla temperatura di incubazione, anche se incubando le uova al di sotto dei 24°C pare aumentino le probabilità di ottenere individui di sesso femminile.
Durante il 2005 ho tenuto tutte le uova a temperature minime di 23°C e massime di 24°C con tempi di schiusa variabili tra i 77 e gli 84 giorni ottenendo un discreto numero di femmine (non posso quantificare con precisione perché alcuni baby sono stati ceduti prima di un possibile sessaggio).
Osservando le statistiche effettuate da grandi allevatori pare che i maschi impieghino generalmente meno di 80 giorni a nascere, mentre le femmine più di 80-90.
Allevamento dei baby: al momento della nascita gli esemplari baby misurano circa 7cm di lunghezza e hanno un peso medio compreso tra 1g e 2g; il loro allevamento non differisce molto da quello degli adulti.
I giovani ciliatus iniziano ad alimentarsi generalmente dopo 3-5 giorni di vita, cioè una volta che hanno completamente assorbito il sacco vitellino.
Fino alla comparsa dei caratteri sessuali possono essere tenuti diversi esemplari della stessa taglia nella medesima struttura, anche se consiglio di allevarli separatamente in modo da poter monitorare facilmente la quantità di cibo assunta e lo stato di salute di ogni individuo.
Un piccolo fauna-box (io utilizzo contenitori di 20cm x 15cm x 15-20cm H) con carta assorbente come sub-strato e qualche ramo è perfetto per un esemplare baby.
Alimento i piccoli tutte le sere solo con prede vive fino a quando superano i 10 cm di lunghezza, integrando con Ca e vitamina D3 ogni 4-5 giorni; oltrepassati i 10 cm inizio poi a somministrare i pasti a giorni alterni con una sola integrazione settimanale. Fornendo solo cibo vivo nei primi mesi di vita,ho infatti notato che i giovani ciliatus crescono più velocemente e diventano più robusti.
Quando raggiungono all’incirca i 14 cm di lunghezza sostituisco un pasto a base di insetti con il preparato a base di omogeneizzato ed inizio a seguire le stesso schema di alimentazione adottato per gli adulti; i ciliatus normalmente evitano di cibarsi dell’omogeneizzato le prime volte che gli viene somministrato, ma imparano a mangiarlo senza problemi durante la crescita.
L’umidità deve essere mantenuta piuttosto alta nebulizzando mattina e sera durante i primi giorni di vita, in cui il geco muta varie volte.
In inverno bisogna provvedere a riscaldare i piccoli se le temperature scendono troppo; per farlo io utilizzo una piastra riscaldante posta sotto i fauna-box.
In condizioni ottimali i giovani ciliatus crescono rapidamente e attorno ai 4-6 mesi di vita iniziano a svilupparsi le sacche degli emipeni nei maschi; prima dello sviluppo dei caratteri sessuali è però molto difficile il sessaggio gli individui di questa specie.
Talvolta in alcuni esemplari di ciliatus si osserva, nonostante i parametri di allevamento siano ottimali, un temporaneo blocco della crescita che può anche protrarsi per diversi mesi, seguito poi da un periodo di “crescita esplosiva” , con incremento rapidissimo del peso e delle dimensioni corporee.
Mi sono avvicinato all’allevamento di questi magnifici gechi nel 2004, quando mi vennero dapprima affidati e poi definitivamente regalati due esemplari acquistati alla fiera terraristica di Hamm da un amico. Rimasi subito affascinato da questi animali in tutto e per tutto, a partire dall’aspetto e dalle abitudini comportamentali, tanto da decidere di concentrarmi solo sull’allevamento di questa specie e di tutto il genere Rhacodactylus.