venerdì 12 agosto 2011

Terrario Geco Ciliatus



Terrario:





 La scelta o la costruzione della “casa” che ospiterà il o gli esemplari da allevare deve tenere conto delle esigenze arboricole di questo geco; per questo è necessario cercare o creare terrari sviluppati in verticale piuttosto che in lunghezza o profondità.
Le dimensioni generalmente consigliate per una coppia o un trio sono di circa 40cm x 30cm x 40-50 cm H; suggerisco anche di costruire almeno una parete del terrario in rete in modo da ottimizzare il ricircolo dell’aria.
Una volta progettata o acquistata la struttura che ospiterà il ciliatus si dovrà scegliere se arredare il tutto per predisporre un’ambientazione naturalistica o se prediligere la praticità mantenendo solo l’arredamento essenziale per la vita del geco.
Nel primo caso ci si potrà davvero sbizzarrire nel ricreare una micro foresta tropicale con piante vere ovviamente non tossiche (pare che il Ficus benjamina sia una delle piante preferite da questo geco), rami, cortecce e muschio, a seconda dei gusti dell’allevatore; nel secondo caso basterà della carta assorbente come substrato, qualche ramo, qualche pianta finta e una corteccia che funga da tana. Io ho optato per la seconda scelta, che consiglio vivamente se si vuole tentare la riproduzione del ciliatus, per evitare di dover letteralmente smantellare tutto il set-up naturalistico per cercare le uova ad ogni deposizione.
Temperatura e umidità: generalmente per via delle temperature tutto sommato “miti” richieste nell’allevamento non si usano fonti di riscaldamento e il ciliatus si adatta bene alle nostre temperature “casalinghe”; la fascia ottimale di temperatura per l’allevamento del ciliatus va dai 24°C ai 30°C: indicativamente queste temperature si ottengono senza particolari accorgimenti da Febbraio-Marzo fino ad Ottobre-Novembre.
E’ importante notare che nella stagione invernale l’abbassamento delle temperature e la naturale diminuzione delle ore di luce porta inevitabilmente il metabolismo del geco a rallentare. Questo processo avviene anche in natura e quando la temperatura scende sotto i 20°C il ciliatus cade in una sorta di letargia che prende il nome di bruma.
In questo periodo l’animale è molto meno attivo, resta rintanato gran parte del tempo e si alimenta pochissimo. Durante questa fase lo stato di salute del geco va comunque regolarmente monitorato, per intervenire tempestivamente ripristinando gradualmente la temperatura ottimale in caso di osservazione di fenomeni anomali come l’eccessivo dimagrimento dell’esemplare: in condizioni ottimali infatti, sebbene l’assunzione di cibo da parte del geco sia molto ridotta, non si riscontrano grandi perdite di peso.
La bruma, che in cattività generalmente inizia ad Ottobre-Novembre e termina a Febbraio-Marzo, non danneggia in alcun modo individui sani, anzi, è consigliata se si vuole riprodurre il ciliatus, in quanto questo periodo di “stop metabolico” seguito poi dall’aumento delle ore di luce, delle temperature e dell’umidità relativa all’inizio della stagione riproduttiva, stimola notevolmente la riproduzione dell’animale.
La bruma non è indispensabile se non si intende tentare la riproduzione del ciliatus, e può essere evitata mantenendo la temperatura ottimale nel terrario con una fonte di calore, utilizzando per esempio uno spot, una piastra o un cavetto riscaldante. Il mio consiglio è comunque quello di rispettare il naturale ciclo vitale dell’animale anche se non si intende riprodurlo, lasciandolo cadere in letargia nella stagione fredda.
Animali debilitati non vanno sottoposti al periodo di bruma, per evitare il peggioramento della già precaria condizione di salute dell’esemplare a cui si andrà certamente incontro a causa della naturale riduzione dell’attività metabolica del geco durante questa fase; lo stesso vale per esemplari baby poiché il loro sviluppo si interromperebbe rallentandone notevolmente la crescita.
Per quanto concerne l’umidità relativa, l’allevamento del ciliatus anche in questo caso non richiede particolari accorgimenti e l’umidità presente normalmente nelle abitazioni è sufficiente per la corretta stabulazione del geco se si nebulizza abbondantemente il terrario tutte le sere con un normale “spruzzino”.
Illuminazione: non sono indispensabili particolari fonti di luce per l’illuminazione del terrario; la normale luce che filtra dalle finestre delle abitazioni è perfetta per l’allevamento del ciliatus anche perché le variazioni naturali delle ore di luce solari regoleranno, assieme alle fluttuazioni di temperatura, il ciclo vitale stagionale del geco.
Nel caso si voglia comunque fornire illuminazione al terrario un neon a luce bianca è ottimo per lo scopo; l’importante è cercare di riprodurre artificialmente le variazioni di luce, che avvengono naturalmente durante l’anno diminuendo quindi le ore di illuminazione durante l’inverno.
Ovviamente in caso di terrari naturalistici con piante vere un neon fitostimolante incrementa la crescita delle piante e migliora l’aspetto generale del set-up risaltandone i colori.
UVB/UVA: nell’allevamento di rettili si usano spesso fonti luminose che riproducono i raggi ultravioletti che fanno parte della radiazione solare naturale; in particolare gli UVB intervengono nella sintesi della vitamina D3, fondamentale per la salute degli animali poiché ha un’importante ruolo nel metabolismo del calcio: la vitamina D3 infatti è indispensabile per l’assorbimento intestinale di questo elemento e per la sua fissazione nelle ossa.
Personalmente non uso neon UVB/UVA né con individui adulti né giovani; questo perchè i ciliatus sono notturni ed è plausibile pensare che anche in natura non ricevano molti raggi ultravioletti;
inoltre stando nascosti al riparo della luce durante il giorno sarebbe difficile “irradiarli” con UVB/UVA anche con l’utilizzo di un neon specifico.
Integrando regolarmente con Ca e vitamina D3 non è quindi necessario l’utilizzo di un neon UVB/UVA; a riprova di ciò posso dire che nessuno degli adulti in mio possesso (ad eccezione di uno dei primi due esemplari che ho iniziato ad allevare che presentava sintomi carenziali di Ca già al momento in cui mi venne affidato) e nessuno dei baby nati durante il 2005 ha accusato patologie legate a carenze di Ca e vitamina D3 nonostante non abbia utilizzato nessun neon a radiazione ultravioletta.
Alcuni allevatori consigliano comunque di utilizzare neon UVB/UVA 2-5% soprattutto con individui baby o comunque giovani.


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